<< Non c'è lavoro, e la formazione non basta. L'articolo è  finito.>> Scriverei davvero solo questo in un pezzo sulla realtà  giovanile attuale. Se solo avessi una redazione nella quale comporlo e  un capo per il quale scrivere. Ma non ce l'ho. E allora scrivo per me  stessa e per chiunque, da oggi in poi, vorrà visitare questo blog.
La  mia storia è una come tante: laureata, specializzanda, sempre in cerca  di stage e tirocini formativi. E il mio curriculum è solo un foglio  bianco in una pila di carte ammucchiate sulla scrivania di chi il sedere  lo poggia invece su una comoda poltrona. Dov'è la notizia? Proprio qua: essere  esattamente nelle stesse condizioni di migliaia di miei coetanei.  Perdonatemi se non l'ho inserita all'inizio come prevedono i manuali di  giornalismo ma dilungarsi un po' serve giusto a presentarsi. 
Tornando ai  manuali adesso seguirò la prassi. Dunque, le 5 "W":
WHO: i giovani.
WHAT: sono tutti nelle stesse condizioni.                                   
WHERE": in Italia, ovviamente!
WHEN: adesso. 
WHY: qui viene il bello!
Non solo le aziende non assumono  ma quando lo fanno ricercano l' "esperienza". Sì, avete letto bene. Ma  noi, dopo una vita sui libri e tra i banchi di scuola, cosa ne sappiamo  dell'esperienza? Qualcuno ha mai detto "che buono!" prima di assaggiare  un piatto di pasta? Al massimo siamo esperienti nel mandare curriculum e  aspetteare risposte che tardano ad arrivare.
Paradossalmente,  dunque, l'ostacolo all'ingresso nel mondo del lavoro è proprio il non  averne mai fatto parte prima, e l'essere giovani equivale all'essere  inesperti, ergo disoccupati.
Ma non basta. Tutto ciò, oltre che  per le aziende, è valido anche per i tirocini e gli stage. E così ci si  ritrova a inventare occupazioni mai esistite quando ad un colloquio ci  viene chiesto con presunzione: "esperienze pregresse?". Se la bugia fa  centro...complimenti! Benvenuti nel mondo delle illusioni. Le paghe  "arriveranno" (pare che i capi prediligano il tempo futuro), e la tanto  sudata "formazione" non è altro che un impiego a tutti gli effetti...ma a  costo zero! Niente male, direi, per una nazione fondata sul  lavoro...gratis, però!
Dunque, aggiorniamo perfavore lo Zingarelli e  nel lemma "stage" inseriamo: "LAVORO GRATUITO, DEGRADANTE, ALLUCINOGENO  PERCHE' INDUCE A FALSE ILLUSIONI SUL FUTURO."
Ma il nocciolo è tutto qua: il pezzo di carta non conta nulla  senza esperienza, quindi bisogna rassegnarsi all'idea di farsi sfruttare  un po'. E non illudetevi, cari colleghi, se vi lusigano con  apprezzamenti, lodi e sorrisi plateali...i complimenti per voi, quelli  sì che hanno un contratto..casualmente fino al termine del vostro  impiego. Dopodichè saluti e baci. Alla fine di uno stage c'è quasi (  lasciamoci una possibilità di salvezza con il "quasi") sempre la  porta. 
Non vi alletta l'idea di rimanere delusi dietro quella porta chiusa? Non temete...c'è sempre un'alternativa: la fuga all'estero.
Dati  alla mano negli ultimi dieci anni sono emigrate dall'Italia più di  600.000 persone, la maggior parte delle quali laureate. Quasi nessuno ha  fatto ritorno in patria. Che strano, eh? Pure noi emigranti! Ma nei tg  c'è spazio solo per gli immigrati...un doppio flusso causerebbe ingorghi  inutili.
Ingrati verso una nazione che ha investito per la  nostra formazione? Guai a chi osasse anche solo pensarlo! La gratitudine  non dà nè il pane nè il futuro. Ancora dati alla mano, esattamente  quelli dell' Istat, 30 giovani su 100, neolaureati, non lavorano. Sapete  come risponde il governo a tutto questo? Bacchettando che questi stessi  giovani hanno la presunzione di non accettare una qualsiasi  occupazione. O che studiano troppo.
Cari Ministri, e soprattutto cara Ministra della pubblica  "distruzione", evidentemente voi di lavoretti ne avete invece accettati  parecchi durante la vostra giovinezza, ma per carità, non voglio nemmeno  indagare. Noi, giovani d'oggi, precari e per fortuna ancora sognatori,  preferiamo leggere un libro in più...che è meglio!
Valentina Fiume

Pezzo interessante.
RispondiEliminaMa tu dovvero credi che andare all'estero sia la soluzione? Per me sarebbe quasi una sconfitta, per non essere riuscita a realizzarmi nel mio Paese. Io continuo a credere che, impegnandomi e lavorando seriamente, posso farcela.
Cara Annarita, collega di corso e facoltà,l'alternativa della fuga all'estero è solo una provocazione...anzi, un'amara "CONSTATAZIONE" inserita in un gioco ironico e di doppi sensi. Come te continuo a credere nell'impegno e nella correttezza ma purtroppo non penso bastino. Non è la serietà ad essere messa in dubbio nel mio pezzo...chi, come me, ha o ha già avuto esperienze di stage, di serietà ne ha avuta anche troppa. Ma nè quella nè una formazione completa nel nostro bel paese ti regalano un'occupazione. E' il sistema che critico, non l'etica o la professionalità di chi è in cerca di un impiego. La soluzione? Ci sto ancora lavorando! Magari la troviamo insieme!
RispondiEliminabel pezzo..
RispondiEliminaHai perfettamente ragione Vale e poi non è giusto che in Italia gli stage non siano retribuiti!!! E' un vero scandalo!!!
RispondiElimina