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lunedì 18 marzo 2013

MILANO IN MARCIA PER LA SIRIA


Pioggia e freddo non l’hanno fermata: Milano oggi ha marciato per la Siria coperta solo con la bandiera della solidarietà. Sì, perchè non occorre essere arabi, musulmani o siriani per ribellarsi alla crudeltà del regime di Assad. Occorre solo essere umani.
Un grande corteo ha percorso il centro della città, durante il pomeriggio, per ribellarsi al silenzio delle istituzioni internazionali nei confronti del popolo siriano a due anni dall’inizio del conflitto. Il conflitto per opporsi al regime dittatoriale che da oltre quarant’anni mette in ginocchio la Siria e che nel 2012 si è purtroppo trasformato in una guerra civile tra le forze governative e la popolazione del luogo.
Al di là degli interessi politici e sociali in gioco, che purtroppo non si possono risolvere con la rabbia, con i cartelli o con la solidarietà, chi oggi marciava lungo le strade di Milano aveva a cuore soprattutto ciò che spesso si dimentica nei tavoli delle trattative: il dolore. Il dolore degli oltre trecento bambini che quasi ogni giorno perdono la vita, o i genitori, o un parente. O semplicemente il sorriso e l’innocenza. Il dolore di chi è costretto a lasciare la propria terra e la propria casa perchè ha deciso di combattere per la libertà. Il dolore di chi non ha più cibo, acqua, coperte e medicine per curarsi. Il dolore, insomma, di qualsiasi tipo esso sia.
Il mondo, però, sembra essere cieco dinanzi a tanto orrore. E sordo, talmente sordo da non udire i pianti della disperazione che provengono da quella terra, culla della civiltà umana e oggi ridotta a cantiere di lacrime. E’ vero, sono tanti i problemi che anche la nostra società ha urgenza di affrontare in questo periodo tanto difficile, ma non si possono  rivendicare lavoro, riforme, occupazione giovanile quando in alcune parti del mondo, come appunto la Siria, si combatte ancora per rivendicare il diritto più importante in assoluto che è la vita.
Cambierà qualcosa dopo la nostra protesta? Domani arriverà la pace? No, non siamo così stupidi da pretenderlo. Ma siamo più che mai consapevoli che la solidarietà, insieme con la giusta informazione, possano risvegliare le coscienze assopite. Per dare inizio a una svolta verso la pace, verso la libertà, verso la rinascita di un paese che merita, come tutti, dignità.

Valentina Maria Teresa Fiume













Valentina Maria Teresa Fiume